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Società Italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza Pediatrica

Amniocentesi per diagnosticare l’infezione congenita da citomegalovirus a seguito di infezione primaria da citomegalovirus materno

Giugno 4, 2022 by adminspml

L’infezione congenita da citomegalovirus colpisce circa lo 0,4% dei neonati negli Stati Uniti, ma può essere difficile da diagnosticare in fase prenatale.

Obiettivo: Valutare l’attuale sensibilità e specificità dell’amniocentesi nel rilevare l’infezione congenita da citomegalovirus.

Disegno dello studio: Analisi secondaria di uno studio multicentrico randomizzato controllato con placebo progettato per valutare se la globulina iperimmune da citomegalovirus riduce l’infezione congenita da citomegalovirus nei neonati di genitori con diagnosi di infezione primaria da citomegalovirus prima delle 24 settimane di gestazione.

Alla randomizzazione, i genitori non avevano evidenza clinica di infezione fetale. I soggetti idonei sono stati randomizzati a infusioni mensili di globulina iperimmune del citomegalovirus o placebo fino al parto. Sebbene non richiesta dal protocollo di studio, è stata consentita l’amniocentesi dopo la randomizzazione.

I feti e i neonati sono stati valutati per la presenza di citomegalovirus al momento del parto.

Sono stati effettuati confronti tra quelli con e senza amniocentesi e tra quelli con risultati positivi e negativi al citomegalovirus, utilizzando il test chi quadrato o il test esatto di Fisher per le variabili categoriali, ed il test della somma dei ranghi di Wilcoxon o il test t per le variabili continue.

Un valore P <.05 è stato considerato significativo.

Risultati: Dal 2012 al 2018 sono stati inclusi 397 soggetti, di cui 55 (14%) sono stati sottoposti ad amniocentesi. I risultati del citomegalovirus erano disponibili per 53 feti e neonati.

Quattordici amniocentesi sono state positive (25%). L’età gestazionale all’amniocentesi era simile tra quelli con e senza citomegalovirus, così come l’intervallo tra la diagnosi materna e l’amniocentesi.

La prevalenza di infezione fetale o neonatale era del 26% (14/53).

I neonati di tutti i 12 soggetti con amniocentesi positiva e risultati disponibili avevano infezione da citomegalovirus confermata al parto, così come 2 neonati del gruppo di 41 soggetti con amniocentesi negativa, con una sensibilità dell’86% (intervallo di confidenza 95%, 57-98), specificità del 100% (intervallo di confidenza al 95%, 91-100), valore predittivo positivo del 100% (intervallo di confidenza al 95%, 74-100) e valore predittivo negativo del 95% (intervallo di confidenza al 95%, 83-99).

Le gravidanze positive all’amniocentesi sono state partorite a un’età gestazionale precoce (37,4 vs 39,6 settimane; P<.001) ed avevano un peso alla nascita inferiore (2583±749 vs 3428±608 g, P=.004) rispetto alle gravidanze negative all’amniocentesi.

Conclusione: i risultati dell’amniocentesi sono un predittore accurato di infezione congenita da citomegalovirus.

Am J Obstet Gynecol MFM. 2022 Jul;4(4):100641.    

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