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La storia di Tommaso
Tommaso fa il volontario da sette anni. Tommaso sa cosa vuol dire indossare una divisa arancione. Tommaso sa bene cos’è un’ambulanza. E sa anche come si mette un cerotto. Tommaso sa bene che d’inverno, quando arriva la piena del Secchia, bisogna chiamare tutti e scegliere di correre. Anche quando è Natale, quando ci sono i regali da scartare e la tavola è apparecchiata, può succedere che c’è bisogno di correre. E quando c’è da correre, Tommaso fa fatica a stare a casa perché crede che sia la cosa migliore. Tommaso ne ha vissute di emergenze, ma non sapeva cos’era un terremoto. La sera del 20 maggio un mago pasticcione ha sbagliato il trucco della tovaglia e ha sparecchiato tutto. Tommaso non esce da San Prospero da quella notte. Ora Tommaso sa bene anche cos’è il terremoto. Dice che vivere un terremoto è una cosa che ti cambia per sempre.
Tommaso ha sette anni, li ha compiuti ad aprile, ed è il figlio di Enrico, volontario della Croce Blu da più di vent’anni. Vede ogni sera il papà che esce di casa con una divisa arancione e lo aspetta. Quando Enrico dice una parolaccia, Tommaso riscuote: un euro. Quando c’è stato il terremoto, Tommaso è uscito di casa con Enrico. Subito dopo ha visto Enrico tornare in casa e prendere la divisa arancione. Tommaso ha dato il permesso a Enrico di correre a salvare altri bambini e altri papà di San Prospero. Enrico gli ha chiesto scusa, ma doveva correre. Tommaso ha avuto paura, ma non ha riscosso, neanche una coccola. Ma è fiero di suo papà che ancora non ha smesso di correre per salvare tutti. Tommaso è un volontario, anche lui, da sette anni.
“Pure se vi fa tremare per gli spasmi e la paura,tutto questo in sostanza e verità è nient’altro che un gioco”. – Elsa Morante, Il mondo salvato dai ragazzini.
Di Andrea Cardoni
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