Tratto da: Rivista di Emergenza e Urgenza Pediatrica, anno 3 n. 1
(Francesco Bellia, Massimo Soffiati)
Abbreviazioni
DKA: Chetoacidosi diabetica
Gli obiettivi della gestione di un paziente con cheto acidosi diabetica (DKA) sono:
- Garantire il supporto di base delle funzioni vitali.
Può essere utile reperire più linee venose nel caso di infusione continua di insulina ed altri farmaci (ad es. vasoattivi). - Pesare il paziente.
Il peso è importante per calcolare i fluidi da infondere: usare il peso riscontrato all’atto della visita e non altri dati. - Eseguire esami di laboratorio:
glicemia, elettroliti, azotemia, creatinina, osmolarità plasmatica, emogasanalisi, emocromo, calcio, fosforo, magnesio, emoglobina glicosilata (HbA1c), esame delle urine. - ECG, soprattutto in assenza della potassiemia, per valutare eventuali alterazioni plasmatiche dello ione.
- La presenza di febbre e la persistenza di leucocitosi neutrofila durante il trattamento della DKA devono far pensare alla presenza di un’infezione sottostante. In questi casi sono indicate: colture (sangue, urine), proteina C reattiva, procalcitonina, radiografia del torace.
Terapia reidratante
- La DKA è caratterizzata da un’importante perdita di acqua ed elettroliti, sia dal compartimento intracellulare che da quello extracellulare.
- Nonostante la disidratazione, i pazienti affetti presentano un considerevole output di urine fino al mantenimento di un’adeguata perfusione renale.
- Gli obiettivi della terapia reidratante sono:
- ripristino di un adeguato volume circolante, di sodio e liquidi intra ed extracellulari;
- normalizzazione della filtrazione glomerulare con aumentata clearance di glucosio e chetoni dal sangue;
- mantenimento di una stabilità emodinamica evitando però di eccedere nella quantità di fluidi somministrati.
- Il bolo di fluidi trova indicazione nell’evidenza di instabilità emodinamica, usando soluzione fisiologica (0,9%) alla dose di 10-20 ml/kg in caso di shock.
- Il volume di liquidi da infondere nelle prime 24 ore è 1,5-2 volte il fabbisogno di mantenimento.
- Il volume di liquidi da infondere è calcolato in base al fabbisogno giornaliero e non bisogna mai superare i 4 l/m2/24h
- La composizione dei liquidi da infondere è basata sulla valutazione di:
- glicemia
- osmolarità plasmatica.
1a ora
- Soluzione fisiologica 8-10 ml/kg (non superare i 500 ml in questo arco di tempo);
2a-8a ora
- Infondere metà della quota di mantenimento con:
- Soluzione fisiologica 0,9% per almeno le prime 4-6 ore
poi - soluzione salina a concentrazione non inferiore allo 0,45%.
- Soluzione fisiologica 0,9% per almeno le prime 4-6 ore
9a-24a ora
Infondere la restante metà della quota di mantenimento.
Glicemia superiore a 250 mg/dl (14 mml/l)
- Osmolarità superiore a 300 mOsm/l
- soluzione fisiologica ipotonica (0,45%).
- Osmolarità inferiore a 300 mOsm/l
- soluzione fisiologica isotonica (0,9%);
Glicemia inferiore a 250 mg/dl (14 mml/l)
- Osmolarità superiore a 300 mOsm/l
- soluzione fisiologica ipotonica (0,45%) con glucosio al 5%
- Osmolarità inferiore a 300 mOsm/l
- soluzione fisiologica isotonica (0,9%) con glucosio al 5%
Supplementazione di potassio
- Il deficit di potassio, nel corso di DKA, è dell’ordine di 3-6 mmol/kg e riguarda in misura maggiore il compartimento intracellulare.
- La terapia insulinica e la correzione dell’acidosi determineranno un passaggio del potassio nel compartimento intracellulare, diminuendo ulteriormente i livelli sierici.
- Prima di aggiungere potassio all’infusione, bisogna tuttavia controllare la potassiemia ed accertarsi che la diuresi sia presente.
- Potassemia ≤3 mEq/l
- Concentrazione di K+ nei liquidi di infusione di 30-40 mEq/l:
- Potassemia >3 – ≤4 mEq/l
- Concentrazione di K+ nei liquidi di infusione di 20-30 mEq/l;
- Potassemia >4 – ≤5 mEq/l
- Concentrazione di K+ nei liquidi di infusione di 15-20 mEq/l;
- Potassemia ≥5 mEq/l
- Attendere e rivalutare la potassiemia.
- Potassemia ≤3 mEq/l
- Il potassio non deve essere infuso ad una velocità maggiore di 0,5 mEq/kg/h e si consiglia di non superare i 5 mEq/kg/24 ore.
AGGIUNTA
- Determinare la potassiemia reale sottraendo ai valori misurati 0.6/mEq di K+ per ogni diminuzione di pH di 0,1
- Può essere necessario arrivare a concentrazioni più elevate di potassio
Metodi di calcolo dei fabbisogni idrici
Terapia con insulina
- La terapia insulinica è essenziale per normalizzare i valori glicemici e sopprimere la lipolisi e la chetogenesi.
- Iniziare l’infusione di insulina viene iniziata dopo la prima ora di infusione di soluzione fisiologica necessaria per espandere il volume circolante.
- La dose indicata è:
Glicemia superiore a 250 mg/dl (14 mml/l)- Bambino maggiore di 5 anni
- 0,1 U/kg/ora
- Bambino minore di 5 anni
- 0,05 U/kg/ora
Glicemia inferiore a 250 mg/dl (14 mml/l)
- 0,03 – 0,05 U/kg/ora
- Bambino maggiore di 5 anni
- La riduzione consigliata della glicemia è di 50-75 mg/dl/h.
- Se la riduzione della glicemia è maggiore di 100 mg/dl/ora, è indicato l’aumento della
quantità di glucosio somministrato nei liquidi di infusione. - Se al contrario la glicemia si abbassa molto lentamente (<50 mg/dl/h) aumentare la
velocità di infusione insulinica passando a 0,15-0,2 U/kg/h. - Se dopo otto ore di trattamento:
- la glicemia non è inferiore a 350 mg/dl (19 mml/l)
oppure
- non si è ridotta del 50% rispetto al valore iniziale
la dose d’insulina deve essere aumentata a 0,2 U/kg/h.
- La somministrazione di insulina va mantenuta fino alla riduzione dell’acidosi ed alla
scomparsa della chetonuria, che generalmente avviene dopo 24 ore. - La prima somministrazione di insulina sottocute deve precedere di 30 minuti il termine dell’infusione per impedire la ricomparsa di iperglicemia, in quanto l’emivita dell’insulina somministrata per via venosa è di circa cinque minuti.
Esami di laboratorio durante il trattamento
Nella prima giornata di trattamento della DKA valutare:
- ogni ora
glicemia capillare, parametri vitali e condizioni neurologiche (GCS); - ogni 4 ore
- azotemia, glicemia, elettroliti, creatininemia, ematocrito, chetonuria, glicosuria, calcolo dell’osmolarità plasmatica (v.n. 275-285 mOsm/l);
- ogni 4-8 ore
- emogasanalisi.
Alimentazione
- Per le prime 24-48 ore bisogna continuare l’infusione parenterale.
- Dopo tale periodo, se le condizioni generali del paziente lo permettono, si inizierà la somministrazione di insulina sottocute
- Contestualmente si potrà introdurre una dieta leggera, ricca di carboidrati (pane, pastina, fette biscottate, frutta) e povera di grassi (evitare latte e formaggio).
Osservazioni utili nella gestione della DKA
- Ogni paziente che giunge al pronto soccorso con sospetto di DKA deve essere considerato affetto dalla forma grave, fino a che la valutazione clinica e di laboratorio non provi il contrario.
- I pazienti con DKA di difficile gestione (instabilità metabolica, emodinamica) o a rischio maggiore di sviluppare complicanze (in modo particolare EC) devono essere gestiti da personale medico ed infermieristico che presentano adeguata competenza ed esperienza nella gestione della DKA.
- Considerare in questi casi il trasferimento del paziente presso una terapia intensiva pediatrica.
Trasferimento in Terapia Intensiva
? Soggetti con DKA severa (lunga durata dei sintomi, compromissione del circolo o depressione del livello di coscienza) o a rischio aumentato di sviluppare edema cerebrale (età inferiore a 5 aa, bassi livelli plasmatici di CO2 o alti livelli di azoto ureico), dovrebbero essere gestiti in un reparto di terapia intensiva pediatrica dove possono essere messe in atto le procedure diagnostico-terapeutiche necessarie (intubazione con conseguente ventilazione, monitoraggio della pressione venosa centrale, pressione arteriosa invasiva).
MODIFICARE LASCIANDO SOLO COMPROMISSIONE DEL CIRCOLO E DEPRESSIONE DEL LIVELLO DI COSCIENZA ?
Nei soggetti con alterazione dello stato di coscienza (Glasgow Coma Scale <8), del respiro o del circolo, deve essere garantita la pervietà delle vie aeree, mantenendo una adeguata ventilazione-ossigenazione e adeguato supporto del circolo
- La somministrazione di ossigeno è indicata per i pazienti che presentano instabilità respiratoria e/o emodinamica.
- Per i pazienti con GCS <8 è indicata la protezione delle vie aeree mediante intubazione e ventilazione.
- Nei pazienti con alterazioni dei parametri emodinamici (frequenza cardiaca, colorito, idratazione della cute, temperatura, tempo di riempimento capillare, polsi centrali e periferici, pressione arteriosa) e respiratori (frequenza respiratoria, dinamica respiratoria), considerare la somministrazione di boli di soluzione fisiologica (10-20 ml/kg in 15-20 min) fino al miglioramento del grado di perfusione a livello di cute e d’organo e ad una stabilizzazione della pressione arteriosa sistemica nello shock scompensato.
- In caso di shock, limitare il tempo per reperire una vena periferica a 90-120 secondi e considerare una vena centrale e/o l’accesso intraosseo.
- Un monitoraggio invasivo della pressione arteriosa può risultare indispensabile nella fase di peggioramento del quadro emodinamico (shock ipovolemico); la linea arteriosa dà inoltre la possibilità di frequenti prelievi ematici utili nel monitoraggio emogasanalitico, elettrolitico e della glicemia.
- Un catetere venoso centrale è raramente necessario e comunque indicato per ottenere valori di pressione venosa centrale in caso di instabilità emodinamica nonostante il trattamento iniziato (fluidi e farmaci vasoattivi).
- Da ricordare che cateteri venosi centrali aumentano ulteriormente il rischio di trombosi nei pazienti con DKA.
Vedi anche
DIABETE CHETOACIDOSI – Clinica
DIABETE CHETOACIDOSI – Edema cerebrale