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Società Italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza Pediatrica

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SIMEUP

Società Italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza Pediatrica

Coronavirus Dalla letteratura

Aprile 10, 2020 by adminspml

Dalla letteratura medica – COVID-19

A cura di A. Nocerino, F. Quarantiello, M. Iafusco


 

APRILE 2020

POSTER COVID-19 in bambini in condizioni critiche – una revisione della Letteratura

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APRILE 2020

SARS-CoV-2 ed età pediatrica. Cosa i Pediatri devono sapere

Nonostante la scarsa frequenza di malattia e decesso in Cina, esistono ragioni per continuare a vigilare sulla possibilità di infezione in età pediatrica. I ragazzi infetti ma asintomatici possono trasmettere l’infezione agli adulti o a loro coetanei; è stato riportato almeno un caso asintomatico ma con elevata carica di COVID-19, a suggerire che la trasmissione da bambini asintomatici è possibile (Kam  KQ et al.  A well infant with coronavirus disease 2019 (COVID-19) with high viral load.  Clin Infect Dis. 2020). Gli autori fanno le seguenti raccomandazioni per i Pediatri:

  • Organizzare le sedi della visita per isolare i casi potenzialmente affetti da COVID-19, focalizzando l’attenzione soprattutto su quelli con bisogni speciali.
  • Limitare gli accessi in caso di motivi non urgenti (ad esempio interventi chirurgici rinviabili)
  • Continuare a valutare i neonati ed i lattanti per cure preventive ed i bambini che devono essere vaccinati
  • Questa indicazione impone un robusto triage telefonico ed espansione della telemedicina
  • Nelle comunità con trasmissione estesa sono appropriati gli interventi di riduzione del rischio, come la chiusura delle scuole, la cancellazione dei raduni di massa e la chiusura dei luoghi pubblici (US Centers for Disease Control and Prevention. Implementation of mitigation strategies for communities with local COVID-19 transmission. Published 2020).
  • Se queste misure si rendono necessarie i Pediatri devono cercare di evitare conseguenze indesiderate o un imprevisto aumento delle disparità e fornire servizi online per la gestione dello stress per le famiglie le cui abitudini siano gravemente interrotte per un prolungato periodo di tempo.

Rasmussen SA, et al. JAMA Pediatr. 2020.                                                                             Leggi l’articolo

 

 

APRILE 2020

SARS CoV-2: Analisi di 2.143 casi pediatrici

L’articolo valuta il decorso di 2143 casi pediatrici (definiti come di età <18 anni) affetti da SARS-CoV-2 riportati dal Chinese Center for Disease Control and Prevention dal 16 gennaio all’8 febbraio 2020, 1412 dei quali sospetti (65,9%) e 731 confermati dagli esami di laboratorio (34,1%),

L’età media era di 7 anni, e 1213 erano di sesso maschile (56,6%). Oltre il 90% dei casi era asintomatico, con quadro lieve o moderato. Il tempo medio dall’esordio dei sintomi alla diagnosi era di 2 giorni (0-42 giorni). I casi a rischio erano identificati sulla base delle seguenti condizioni:

  • Febbre oppure sintomi respiratori oppure sintomi digestivi (vomito, nausea, diarrea)
  • Esami di laboratorio: leucociti normali o ridotti oppure PCR aumentata
  • Rx torace anormale

I casi sospetti venivano definiti come confermati in presenza di uno dei seguenti criteri:

  • Tampone nasale o faringeo positivo utilizzando la real-time reverse-transcriptase polymerase-chain-reaction (RT-PCR)
  • Sequenza genetica delle vie respiratorie o del sangue fortemente omologo con COVID-19.

La gravità dell’infezione veniva definita lieve, moderata o grave in base ai caratteri clinici, gli esami di laboratorio e la radiografia toracica, includendo le infezioni asintomatiche.

La percentuale di infezioni gravi e critiche era la seguente:

<1 anno      10,6% (379 casi, 17,7% del totale)

1-5 anni:      7,3%   (493 casi, 23,0% del totale)

6-10 anni:   4,2%   (521 casi, 24,3% del totale)

11-15 anni:  4,1%   (413 casi, 19,3% del totale)

>15 anni:    3,0%   (335 casi, 15,7% del totale)

Riferito un unico decesso, in un ragazzo di 14 anni.

In totale la percentuale dei casi gravi o critici era del 5,9%, contro il 18,5% degli adulti.

La minore gravità dell’infezione da COVID-2 nel bambino potrebbe essere dovuta sia alla esposizione che a fattori dell’ospite.

  • I bambini potrebbero avere meno opportunità rispetto all’adulto di essere esposti agli agenti patogeni o a persone ammalate.
  • (Li W, Moore MJ, Vasilieva N, et al. Angiotensin-converting enzyme 2 is a functional receptor for the SARS coronavirus. 2003;426(6965): 450-454). E’ stato ipotizzato che la minore sensibilità in età pediatrica verso COVID-19 sia dovuta ad una minore maturità e funzione di ACE2 (enzima convertitore dell’angiotensina II), identificato come recettore per SARS-CoV oppure che la maggiore frequenza di infezioni respiratorie invernali favorisca la produzione di un numero maggiore di anticorpi rispetto all’adulto.
  • Inoltre il sistema immunitario del bambino è ancora in sviluppo, e potrebbe rispondere ai patogeni in maniera differente rispetto agli adulti.

Ma la considerazione della maggiore percentuale di casi gravi nel primo anno di vita rispetto agli anni successivi, nei quali si riduce progressivamente, fa pensare che i lattanti siano vulnerabili alle infezioni da COVID-19, e che pertanto il meccanismo alla base delle differenze nelle manifestazioni cliniche tra bambini ed adulti resti da definire.

Pediatrics. 2020 Mar 16. Online ahead of print.                                                               Leggi l’articolo      

 

APRILE 2020

COVID-19 in età pediatrica: caratterizzazione iniziale di una malattia

L’articolo riassume alcune caratteristiche della SARS-CoV-2 in età pediatrica rilevate da altri articoli:

  • Il 5% dei bambini sintomatici presenta dispnea o ipossiemia
  • Lo 0,6% progredisce ad ARDS (acute respiratory distress syndrome) o disfunzione multiorgano.
  • I lattanti ed in bambini in età scolare hanno una maggiore probabilità di avere infezioni gravi.
  • Esistono sottopopolazioni pediatriche con un rischio aumentato di malattia più significativo, in particolare per copresenza di altre infezioni respiratorie.
  • I bambini hanno un ruolo importante nella trasmissione della malattia.
  • Presentano più frequentemente infezioni nelle alte vie aeree (inclusa la colonizzazione naso-faringea)
  • COVID-19 è presente nelle feci per alcune settimane dopo la diagnosi, soprattutto nei casi non adeguatamente ripuliti.
  • Nelle vie respiratorie di un’ampia percentuale di bambini sani sono identificabili coronavirus diversi da COVID-19; non è chiaro quanto anche quest’ultimo possa essere presente.
  • La trasmissione verticale non è stata ancora riportata, ma molte nascite sono chirurgiche, ed i neonati sono rapidamente separati dalla madre
  • Resta ancora molto da imparare sull’impatto di COVID-19 nei bambini.

Pediatrics. 2020; Mar 19                                                                                               Leggi l’articolo

 

 

APRILE 2020

COVID-19 in età pediatrica già presente in Cina all’inizio di gennaio

 

Una analisi retrospettiva su 366 ragazzi di età uguale o inferiore a 16 anni con infezioni respiratorie arruolati a Whuan nelle tre sedi del Tongji Hospital (Cina), localizzate a distanza reciproca di 14 e 34 chilometri, ha posto diagnosi di influenza A in 23 casi (6,3%), influenza B in 20 (5,5%) e SARS-CoV-19 in 6 (1,6%). L’età media di questi ultimi era di 3 anni (1-7 anni); caratteristiche comuni erano la febbre elevata (in 6), la tosse (in 6) e il vomito (in 5). Il livello dei linfociti era ridotto in tutti, quello dei leucociti in 4 e quello dei neutrofili in 3. In 4 era presente una polmonite, con le tipiche caratteristiche della polmonite virale. Uno dei ragazzi è stato ricoverato in terapia intensiva e trattato con immunoglobuline da donatore sano, tutti con antivirali, antibiotici e terapie di supporto. Tutti sono guariti dopo un ricovero medio di 7,5 giorni (5-13 giorni).

Questa analisi mostra che l’infezione da COVID-19 in età pediatrica era già presente in Wuhan all’inizio dell’epidemia.

(Un precedente studio pubblicato a gennaio, riassunto più in basso, non aveva identificato casi a Wuhan al di sotto dei 15 anni).

N Engl J Med 2020; 382:1370-1371                                                                                        Leggi l’articolo

 

 

APRILE 2020

Analisi comparativa-descrittiva delle caratteristiche cliniche in età pediatrica e negli adulti infetti da COVID-19

 

L’analisi retrospettiva di 25 adulti (≥18 anni, età media 44 anni, range 22-70 anni) e 7 ragazzi (età inferiore a 18 anni, età media 1,3 anni, range 2 mesi-13 anni) nella provincia di Wuhan ha fatto osservare che:

  • Il tempo medio di incubazione era di 5 giorni (3-12) negli adulti e 4 giorni (2-12) nei bambini
  • Nei bambini erano più comuni diarrea e vomito (57,1%), mentre negli adulti lo erano mialgie o astenia (52%)
  • La percentuale di polmoniti nei due gruppi era simile (età pediatrica 5 casi, pari al 71,4%; adulti 20 casi, pari all’80%)
  • La leucocitosi era più frequente in età pediatrica (28,6%).
  • Un elevato numero di bambini aveva una elevazione dell’isoenzima della creatina chinasi (età pediatrica 57,1%; adulti 4%).
  • Tutti i pazienti adulti, ma nessuno dei bambini, aveva ricevuto terapia antivirale.
  • Due ragazzi avevano ricevuto ossigenoterapia per difficoltà respiratoria, contro 12 adulti.
  • In più del 50% degli adulti erano presenti comorbidità.
  • Non si sono osservati decessi in nessuno dei due gruppi.
      1. Med. Virol. Mar 31 2020                         Leggi l’articolo

 

 

MARZO 2020

Epidemia da COVID-19: Caratteristiche della malattia in età pediatrica

Una revisione di 45 pubblicazioni scientifiche e lettere ha mostrato che:

  • Le diagnosi di infezione da COVID-19 in età pediatrica corrispondono all’1-5% dei casi
  • La malattia è in genere meno grave che negli adulti
  • I decessi sono estremamente rari
  • I sintomi prevalenti sono la febbre e la difficoltà respiratoria, ma pochi casi sembrano aver sviluppato una polmonite grave
  • L’elevazione dei marcatori di infezione è meno comune che nell’adulto, e la linfocitopenia sembra rara
  • Sono stati descritti casi nei neonati, ma le evidenze di trasmissione intrauterina verticale sono scarse
  • Il trattamento raccomandato include ossigeno, inalazioni, supporto nutrizionale e mantenimento del bilancio idroelettrolitico.

La revisione della letteratura ha inoltre osservato che i dati cinesi del Chinese Novel Coronavirus Pneumonia Emergency Response Epidemiology Team che comprendono 44.672 casi confermati hanno rilevato che solo il 2% circa era rappresentato da ragazzi di età compresa tra 0 e 19 anni (lo 0,9% di età inferiore a 9 anni). I dati italiani pubblicati nel marzo 2020 hanno osservato che solo l’1,2% di 22.512 casi erano in età pediatrica (lo 0,9% di età inferiore a 10 anni, senza nessun decesso fino all’età di 30 anni (Livingston E. Bucher K. Coronavirus disease COVID-2019 in Italy. Jama 2020); negli Stati Uniti il 5% su 4.226 casi erano in età pediatrica (Morbidity and mortality weekly report, 18 Marzo 2020).

E’ possibile però che molti casi non vengano identificati perché questo gruppo resta asintomatico.

Acta Paediatr 23 marzo 2020                                                                                                  Leggi l’articolo

 

 

APRILE 2020

Farmaci antiipertensivi e rischio di infezione da COVID-19

L’uso dei farmaci inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACEI, angiotensin–converting-enzyme inhibitors) e dei bloccanti dei recettori dell’angiotensina (ARB, angiotensin receptor blockers   ) nel tempo potrebbe comportare una sovraregolazione dei recettori ACE2. Nei bambini e nei giovani adulti i recettori ACE2 sono presenti nel tessuto polmonare in una densità molto più elevata, in rapporto alla superficie polmonare, rispetto ai più anziani. Pertanto, la condizione dei pazienti trattati con ACEI o ARB emula lo stato dei giovani.

È possibile che la presenza di un maggior numero di recettori ACE2 costituisca una riserva contro la distruzione bersaglio-mediata da parte di SARS-CoV-2, pertanto gli autori mettono in guardia dall’interruzione indiscriminata della terapia con ACEI o ARB nei pazienti trattati, che potrebbero beneficiare degli effetti positivi postulati in caso di infezione con SARS-CoV-2. L’interruzione della terapia con ACEI o ARB è associata ad un aumento dei ricoveri in ospedale e della mortalità tra i pazienti con insufficienza cardiaca.

Lancet Respir Med 2020 Published Online March 26, 2020                                                    Leggi l’articolo

 

Contrariamente a quanto consigliato nell’articolo precedente, Fang e al. suggeriscono che nei pazienti con infezione da COVID-19 i medici dovrebbero prendere in considerazione la sospensione degli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACEI) o dei bloccanti dei recettori dell’angiotensina (ARB) a causa di un potenziale rischio aumentato di esiti clinici peggiori, e suggeriscono di sostituirli con una terapia con calcio-antagonisti.

Lancet Respir Med 2020 Published Online March 26, 2020                                                    Leggi l’articolo

Al contrario Brown ritiene necessaria la prudenza quando si consiglia l’interruzione di farmaci o la loro sostituzione, per possibili effetti collaterali legati alla sospensione improvvisa.

Lancet Respir Med 2020 Published Online March 26, 2020                                                    Leggi l’articolo

 

Le osservazioni sulle quali è basata l’ipotesi alla base della teoria di Lei Fang et al, secondo la quale l’ingresso nelle cellule del Covid-19 è il recettore ACE2 e che i farmaci ACEI e ARB hanno la capacità di sovraregolare i recettori ACE2 facilitando così l’infezione, provengono in gran parte da studi su tessuto cardiaco di animali. I dati sull’uomo non hanno mostrato livelli aumentati di ACE2. Questa ipotesi prematura ha generato confusione tra i media e nella comunità scientifica, per cui alcuni medici hanno consigliato di sospendere questi farmaci, nonostante gli appelli contrari delle società scientifiche internazionali.

Lancet Respir Med 2020 Published Online March 26, 2020                                                    Leggi l’articolo

 

 

MARZO 2020

Inibitori del sistema Renina-Angiotensina-Aldosterone nei pazienti con COVID-19

COVID-2, ed in precedenza SARS-CoV-1 (responsabile della epidemia del 2002-2004) si interfacciano con il sistema renina-angiotensina-aldosterone attraverso l’enzima convertitore dell’angiotensina 2 (ACE2), che è un recettore per entrambi i virus. L’interazione tra il virus ed il recettore è stata ipotizzata come potenziale causa della loro antinfettività, ed è stato sollevato il dubbio che l’utilizzo degli inibitori del sistema renina-angiotensina-aldosterone possa alterare l’espressione di ACE2 favorendo l’infezione da COVID-19. Nonostante le incertezza sull’eventuale effetto favorente dell’infettività degli inibitori, l’eliminazione di questa terapia può favorire il danneggiamento del rene e del miocardio, creando una condizione che può aumentare il rischio di scompenso clinico nei pazienti ad alto rischio. Gli autori ritengono perciò che la terapia con inibitori del sistema renina-angiotensina-aldosterone vada continuata nei pazienti con condizioni stabili a rischio o in valutazione o infetti da COVID-19.

NEJM Mar 30 2020                                                                                                              Leggi l’articolo  

 

MARZO 2020

COVID-19: Manifestazioni gastrointestinali e potenziale trasmissione oro-fecale

 

Il primo caso di infezione da 2019-nCoV (COVID-19) confermata negli Stati Uniti aveva riferito al ricovero una storia di nausea e vomito per 2 giorni, seguita da feci liquide dal secondo giorno. I campioni fecali e respiratori risultarono positivi per 2019-nCoV.

Recentemente due diversi Laboratori in Cina avevano isolato “019-nCoV vivi dalle feci dei pazienti” (dati non pubblicati).

Inoltre le sequenze di 2019-nCoV possono essere identificate nella saliva di molti pazienti affetti, e non nell’aspirato nasofaringeo.

Gastroenterology (2020) – in press – versione non definitiva                             Leggi l’articolo   

 


 

MARZO 2020

I livelli di procalcitonina sono un elemento predittivo di gravità delle infezioni da COVID-19

Una metanalisi italiana ha valutato se la procalcitonina (i cui valori non sono sostanzialmente modificati in caso di infezione virale) possa avere un ruolo nel distinguere i pazienti con o senza infezione grave da COVID-19.

Sono stati inizialmente identificati 27 articoli, 4 dei quali riportavano i valori della procalcitonina in caso di infezione da COVID-19. L’analisi di questi articoli ha mostrato che l’aumento dei valori della procalcitonina si associa ad un aumento di circa 5 volte del rischio di infezione grave (OR, 4.76; 95% CI, 2.74-8.29). Pertanto il dosaggio della procalcitonina può avere un ruolo nel prevedere una evoluzione verso forme più gravi della malattia.

Gli autori ipotizzano che l’aumento dei valori della procalcitonina nei casi più gravi possa essere dovuta ad una coinfezione batterica, come recentemente osservato in bambini con infezione virale delle basse vie respiratorie.

Clin Chim Acta. 2020 Mar 4 – Pre-proofs                               Leggi l’articolo                               

 

 

MARZO 2020

Prospettive di una terapia con anticorpi monoclonali come potenziale intervento terapeutico per le infezioni da COVID-19

Alcuni caratteri clinici, genetici ed epidemiologici di COVID-19 ricordano l’infezione da SARS-CoV.

Gli anticorpi monoclonali rappresentano la classe principale di bioterapeutici per l’immunoterapia passiva contro le infezioni virali, riconosciuta in molte malattie. Gli autori riassumono la potenziale efficacia di interventi terapeutici basati sugli anticorpi monoclonali per COVID-19 alla luce delle conoscenze degli anticorpi monoclonali neutralizzanti contro i coronavirus SARS-CoV and MERS-CoV, l’influenza ed il virus Ebola.

Gli anticorpi possono essere isolati dal sangue dei pazienti infetti o prodotti nei Laboratori. L’immunoterapia con infusione di siero dal sangue prelevato da pazienti convalescenti può essere efficace per neutralizzare il virus e prevenire future infezioni. Ma nonostante i progressi verso lo sviluppo di anticorpi monoclonali contro le infezioni da Coronavirus, questi non sono ancora disponibili per l’utilizzo. Gli autori auspicano una accelerazione degli studi per estendere alle infezioni da COVID-19 una terapia che si era dimostrata promettente contro MERS e SARS.

Asian Pac J Allergy Immunol. 2020 Mar 4                                       Leggi l’articolo  

 

 

MARZO 2020

Caratteri clinici e TC polmonare nei soggetti in età pediatrica con infezione da COVID-19. Differenze con gli adulti

Sono stati valutati 20 casi in età pediatrica con infezione da COVID-19 confermata con tampone faringeo. In 13 casi vi era stato contatto con familiari affetti. I sintomi più comuni erano febbre (12/20, 60% dei casi) e tosse (13/20, 65%). Sono state rilevate frequentemente anche procalcitonina elevata (16/20, 80%) ed una coinfezione (8/20, 40%).

Lesioni polmonari erano presenti nell’80% dei casi, unilaterali in 6/20 (30%), e bilaterali in 10/20 (50%); in 10 casi erano presenti consolidamenti con segni dell’alone; in 12 immagini a vetro smerigliato, ombre a maglie fini in 4 e piccoli noduli in 4.

Gli autori concludono che l’elevazione della procalcitonina ed il consolidamento con alone circostante sono comuni nei casi in età pediatrica, e che quest’ultimo è da considerare un segno tipico per questa fascia di età.

Pediatr Pulmonol. 2020 Mar 5                                                                                     Leggi l’articolo

 


 

FEBBRAIO 2020

Protocollo per il rapido sviluppo di una linea guida per il trattamento della infezione da SARS CoV 2 in età pediatrica

Protocollo cinese per il rapido sviluppo di Linee Guida per la gestione di bambini con infezione da COVID-19, prodotta in accordo con le indicazioni del WHO (World Health Organization. WHO handbook for guideline development: WHO, 2014). L’articolo indica le modalità di produzione della Linea Guida.

Ann. Palliat. Med. 2020 Feb 24                                                                                       Leggi l’articolo             

 

FEBBRAIO 2020

Caratteristiche e lezioni importanti dall’epidemia di Coronavirus 2019 (COVID-19) in Cina

Nel fascicolo di febbraio di Jama viene riportata la casistica fino all’11 febbraio 2020 della epidemia provocata dal Coronavirus COVID-19 del Chinese Center for Disease Control and Prevention, che comprendeva 72.314 casi nella Cina continentale. I 72.314 casi registrati sono stati così classificati

  • 672 come casi confermati di infezione da COVID-19 (62%),
  • 186 come casi sospetti (22%; diagnosticati sulla sola base dei sintomi e della esposizione),
  • 567 come casi diagnosticati clinicamente (15%; classificazione utilizzata esclusivamente nella provincia di Hubei; in questi casi non è stato eseguito alcun test e la diagnosi è stata fatta in base ai sintomi, all’esposizione e alla presenza di immagini polmonari consistenti con la polmonite da coronavirus)
  • 889 come casi asintomatici (1%; diagnosi basata da positività del test degli acidi nucleici, ma non associata a sintomi, quali febbre, tosse e astenia)

La maggior parte dei casi era di età compresa tra 30 e 79 anni di età (87%), solo il 2% era di età inferiore a 19 anni (1% di 9 anni o meno, 1% di età compresa tra 10 e 19 anni, e 3% di 80 anni o più

Il 75% dei casi è stata diagnosticata nella provincia di Hubei, e gran parte di questi riferiva esposizioni legate a Wuhan (86%, residenti o visitatori o stretti contatti con residenti locali)

L’81% dei casi è stato classificato come lieve (assenza di polmonite o polmonite modesta), ma il 14% era grave (ad esempio dispnea, SatO2 ≤93%) ed il 5% critico (insufficienza respiratoria, shock settico, disfunzione multipla di organo).

  • La percentuale di mortalità è stata del 2,3% (1023 decessi su 44.672 casi confermati).
  • Nessun decesso è stato osservato nel gruppo di età ≤ 9 anni
  • Percentuale di decessi dell’8.0% nel gruppo di età di 70-79 anni
  • Percentuale di decessi del 14.8% nel gruppo di età ≥80 anni
  • Nessun decesso tra i casi lievi e gravi
  • Percentuale di decessi del 49.0% tra i casi critici.
  • Percentuale di decessi elevata nei pazienti con comorbidità (malattie cardiovascolari 10.5%, diabete 7.3%, malattie respiratorie croniche 6.3%, ipertensione 6.0%, neoplasie 5.6%
  • 1716 degli affetti (3.8%) erano operatori sanitari, 1080 dei quali abitanti a Wuhan (63%); il 14.8% dei casi confermati è stato classificato come grave o critico; sono stati registrati 5 decessi
  • COVID-19 si è diffuso da una singola città all’intera nazione in soli 30 giorni.

JAMA. 2020 Feb 24                                                                               Leggi l’articolo    

 

FEBBRAIO 2020

Persone valutate per il nuovo Coronavirus-nCOV del 2019 negli Stati Uniti

Il 4 febbraio 2020 circa 20.000 casi confermati erano stati identificati in Cina, ed altri 159 in altre nazioni, tra i quali 11 negli Stati Uniti.

Il 17 gennaio i CDC ed il U.S. Department of Homeland Security’s Customs and Border Protection iniziarono un programma di screening negli aeroporti per identificare i viaggiatori ammalati che rientravano da Wuhan City. Il 21 gennaio i CDC hanno attivato il loro Emergency Operations Center formalizzando un processo di indagine riguardante le persone sospettate di avere una infezione da 2019-nCoV. Il 31 gennaio erano state valutate circa 650 persone ritenute essere a rischio, 210 delle quali, sintomatiche, sono state testate per 2019-nCoV infection148 (70%) avevano solo rischi di viaggio, 42 (20%) avevano avuto contatti stretti con un paziente affetto, confermato dagli esami di laboratorio e 18 (9%) avevano rischi sia di viaggio che di contatti stretti.

Undici di queste persone avevano una infezione da 2019-nCoV confermata dal laboratorio.

MMWR Morb Mortal Wkly Rep. 2020 Feb 14;69(6):166-170                  Leggi l’articolo  

 

FEBBRAIO 2020

Raccomandazioni diagnostiche e terapeutiche per le infezioni respiratorie in età pediatrica provocate da COVID-19

Nel corso dell’epidemia in Cina causata dal nuovo Coronavirus 2019-nCoV iniziata nel dicembre 2019 non sono stati riportati decessi in età pediatrica, ma al 31 gennaio erano stati identificati più di 20 casi in questa età, 10 dei quali nella provincia di Zhejiang, con un’età di esordio compresa tra 112 giorni e 17 anni. Per questo motivo, successivamente alle raccomandazioni per la diagnosi e il trattamento della polmonite causata da 2019-nCoV (4a edizione) pubblicate dal National Clinical Research Center for Child Health, the National Children’s Regional Medical Center, Children’s Hospital, Zhejiang University School of Medicine per standardizzare ulteriormente il protocollo per la diagnosi ed il trattamento delle infezioni respiratorie provocate da 2019-nCoV l’Università di Zejiang ha prodotto le raccomandazioni per la diagnosi ed il trattamento delle infezioni respiratorie in età pediatrica con l’obiettivo di standardizzare il trattamento. Le raccomandazioni possono essere così riassunte:

  • Il periodo di incubazione varia tra 2 e 14 giorni, nella maggior parte dei casi tra 3 e 7 giorni
  • All’esordio sono presenti febbre, astenia, tosse, espettorazione. La febbre è in genere lieve o moderata, o assente. Possono associarsi diarrea e cefalea
  • Con il progredire dell’infezione compaiono, dopo circa una settimana, dispnea e cianosi, associati a malessere, ipoalimentazione, ipoattività.
  • In alcuni casi l’infezione può progredire fino all’insufficienza respiratoria, che nonrisponde alla ossigenoterapia convenzionale.
  • In questi casi possono comparire acidosi metabolica, disfunzioni della coagulazione irreversibili con emorragie, shock settico.
  • I leucociti sono in genere normali o ridotti, con linfocitopenia, in alcuni casi progressiva, la PCR è normale o aumentata, la procalcitonina è normale in molti casi.
  • Nei casi gravi si può osservare aumento degli enzimi epatici e muscolari, della mioglobina e del D-dimero.
  • All’esame radiologico si osservano piccoli addensamenti polmonari multipli e alterazioni interstiziali, che nei casi più gravi possono evolvere in opacità a vetro smerigliato, ombre infiltranti e consolidamento polmonare; i versamenti pleurici sono infrequenti.
  • Le lesioni polmonari sono meglio visibili in TC.

Il quadro clinico è classificato come polmonite grave in caso di:

  • Frequenza respiratoria significativamente aumentata (età ≤1 anno FR ≥70/minuto, età ≥1 anno FR ≥50/minuto)
  • Ipossia con SpO2 ≤93%(<90% nei pretermine)
  • PaO2 <60 mmg, PaCO2 >50 mmg
  • Disturbi della cscienza, fino al coma, crisi convulsive
  • Ipoalimentazione
  • Altro: disturbi della coagulazione (PT prolungato, D-dimero elevato), segni di danno miocardico, alterazioni ST-T, cardiomegalia e in alcuni casi insufficienza cardiaca, disfunzionegastrointestinale, elevazione degli enzimi epatici, rabdomiolisi
  • La malattia può progredire rapidamente fino alla necessità di ventilazione meccanica, shock settico, altre insufficienze di organo

Possono essere presenti coinfezioni batteriche o virali

Si reinvia all’articolo per la terapia ed i criteri di dimissione

World J Pediatr. 2020                                                                                                          Leggi l’articolo

 


 

GENNAIO 2020

Epidemia da Coronavirus: rischio ridotto per l’età pediatrica ?

Un’analisi dei primi 425 casi confermati di polmonite causata dal nuovo ceppo di COVID a Wuhan, provincia di Hubei Province Cina) tra il dicembre 2019 ed il gennaio 2020 ha mostrato che:

  • L’età media era di 59 anni (56% maschi)
  • La maggior parte dei casi ad esordio antecedente all’1 gennaio era collegato all’ Huanan Seafood Wholesale Market.
  • Il periodo medio di incubazione era di 5,2 giorni (95° centile: 12,5 giorni)
  • Nessun caso è stato identificato in ragazzi di età inferiore a 15 anni

I primi casi sono stati identificati grazie al meccanismo di sorveglianza per polmonite di eziologia ignota attivato dopo l’epidemia di SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome) del 2003. L’infezione è stata successivamente osservata in altre città cinesi ed in più di una dozzina di paesi in altre nazioni.

Nella discussione finale gli Autori discutono la rarità dell’infezione in età pediatrica, e le maggiore frequenza almeno la metà dei casi) in adulti di età uguale o superiore a 60 anni., supponendo che i ragazzi abbiano minore probabilità di essere infettati, e se infettati abbiano sintomi più lievi.

NEJM 2020 Jan 29                                                                                           Leggi l’articolo              

 

 

 

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