Con profondissimo dolore e tristezza abbiamo appreso la notizia della scomparsa di Fabio Pederzini, pediatra inizialmente presso il Centro Regionale Veneto per la Fibrosi Cistica di Verona e da tantissimi anni neonatologo all’Ospedale Santa Chiara di Trento.
Come neonatologo il suo impegno è stato a 360 gradi: dal lavoro in reparto, infaticabile, al trasporto in ambulanza e in elicottero, dalla terapia intensiva neonatale trentina al sostegno diretto della neonatologia in Vietnam. L’attenzione alla relazione madre/bambino è sempre stata per lui grande: dai programmi di sostegno all’allattamento al seno, all’approfondimento della relazione genitoriale e allo studio di nuovi modelli di ricovero per migliorarla. Per due mandati consecutivi ha fatto parte del Comitato di bioetica dell’Ordine dei Medici della Provincia di Trento approfondendo e curando gli aspetti etici e deontologici dell’agire professionale.
Dalla neonatologia all’emergenza pediatrica il passo è stato brevissimo. Il suo contributo allo sviluppo della rete SIMEUP di formazione all’emergenza pediatrica è stato decisivo fin dal vero inizio. Responsabile del “Centro di Riferimento Regionale SIMEUP per l’emergenza pediatrica Trentino – Sudtirol” per moltissimi anni, ha curato lo sviluppo della cultura dell’emergenza pediatrica e il trattamento dei bambini con bisogni speciali nel territorio. E’ stato riconosciuto da tutti come il motore, l’iniziatore di nuovi percorsi formativi in emergenza pediatrica nella sua regione ma anche nel territorio nazionale. L’obiettivo che costantemente perseguiva era quello di migliorare l’assistenza e di conseguenza gli outcome dei bambini critici attraverso la formazione degli operatori sanitari nelle diverse situazioni dell’emergenza-urgenza e nelle diverse fasce dell’età evolutiva. Come possiamo dimenticare il suo grandissimo apporto allo sviluppo del programma PALS SIMEUP? 17 corsi pilota in poco più di 2 anni (dal 1999 al 2001) che hanno permesso la realizzazione concreta del corso, del suo manuale, del suo programma, delle sue diapositive con infinite messe appunto per ogni dettaglio, e del primo gruppo istruttori. Chi ha lavorato con lui ricorderà sempre la sua volvo 470 trabordante di materiali!
La parte di lui però, che ci piace ricordare di più, è l’attenzione agli istruttori e agli allievi dei suoi corsi: gentilezza, cortesia, tranquillità, attenzione, sensibilità per ciascuno; cura nella supervisione, nella richiesta delle relazioni fine corso e nella loro analisi per scoprire dove si poteva fare meglio (chi non ricorda le “one minute sheet”?). Questa sua ricerca di perfezione nella gestione dei corsi lo ha portato ad approfondire tali tematiche e conseguire un master presso l’Università di Verona in “Metodologie tutoriali”. Puntuali sono stati i suoi partecipatissimi “Meeting dell’istruttore” e la sua partecipazione negli anni scorsi all’evento “Una manovra per la vita”.
Con il suo impegno SIMEUP è riuscita a fondare un centro di formazione PBLS in Ticino (Svizzera) e far decollare i primi corsi PALS SIMEUP negli Ospedali Pediatrici “Mayer” e “Burlo Garofolo”. Non vanno dimenticati i suoi numerosi e validissimi contributi alla rivista SIMEUP “Pediatria d’urgenza” e quelli su Neonatologia Trentina.
Grazie alle sue straordinarie capacità di progettazione formativa e ai suoi contatti con gli ambienti spagnoli e svizzeri è partito il primo corso italiano di assistenza al trauma pediatrico (AITP).
Negli ultimi due anni il suo percorso nel campo dell’emergenza pediatrica si è un po’ discostato da quello SIMEUP, tuttavia Fabio ci lascia un vuoto incolmabile, e il suo ricordo, insieme a tutta l’attività e i risultati di una vita professionale, dovrà essere uno stimolo per tutti noi al miglioramento continuo nella progettualità e nelle metodologie formative nell’area dell’emergenzaurgenza e della rianimazione cardiopolmonare.
Vogliamo però ricordare Fabio anche e soprattutto come persona, per l’esempio che è stato di sensibilità e di qualità umane per tutti.
Questo stralcio preso da un articolo di M. Gramellini, particolarmente si adatta al nostro amico Fabio:
…..era una di quelle persone preparate e miti che rendono un pò meno invivibili i mondi a cui appartengono, avendo il buongusto, e persino la civetteria, di mantenersi un passo indietro rispetto ai riflettori. In ogni ufficio, famiglia, comunità umana esiste uno come lui. La colonna invisibile su cui si regge l’edificio. Il bassista che mentre il cantante saltella e gli altri componenti della “band” impazzano con gli assolo, resta nell’angolo più oscuro del palco per dettare il ritmo senza il quale non c’è più musica, solo questo silenzio che non se ne va……….