INTERVISTA AL PROFESSOR ANTONIO VITALE
“I nostri sforzi sono serviti ma c’è ancora strada da fare e non ci fermeremo”
di Lucrezia Clemente
Era il 2006 quando il professor Antonio Vitale, ex presidente della SIMEUP, decise di dare vita a una giornata nazionale dedicata all’insegnamento libero e gratuito delle manovre per salvare i bambini dal soffocamento. Da allora l’evento, che quest’anno si terrà domenica 13 ottobre, ha coinvolto sempre più piazze e città italiane.
Professore, come è nata l’idea di fondare “Le manovre per la vita”?
“Ben tredici anni fa venni a sapere, telefonicamente, che due bambini erano morti soffocati. Uno a Bari, in una scuola, e un altro nel Nord Est. Capii in quel momento che era necessario avviare un’iniziativa che portasse nelle scuole, nelle piscine e in tutti quei luoghi frequentati da bambini, le informazioni su come agire in caso di ostruzione da corpo estraneo. Ancora oggi in Italia ogni anno muoiono circa 50 bambini soffocati. Una tragedia che può essere evitata se chi è presente al momento dell’incidente ha la prontezza di agire”.
Quest’anno oltre alla manovra di Heimlich insegnerete anche la rianimazione cardio-polmonare
“Sì, è stato dimostrato infatti che quanto prima si effettua il massaggio cardiaco tanto più si ha la possibilità che l’esito del soccorso sia positivo. Agire tempestivamente ha una grande efficacia soprattutto per quanto riguarda i bambini: oltre il 90% dei casi di soccorso ha esito positivo se il massaggio cardiaco è immediato”.
Può bastare una sola giornata per imparare le manovre salvavita? Sono di facile apprendimento?
“Di certo basta una giornata per avere un’idea di come mettere le mani sul paziente. Gli utenti si eserciteranno in piccoli gruppi di 5 o 6 persone sotto la guida di un istruttore che farà ripetere più volte le manovre. Partecipare all’evento stimolerà sicuramente le famiglie e gli insegnanti ad approfondire l’argomento e magari a seguire un corso più strutturato”.
In questi anni ha avuto riscontri positivi da chi ha partecipato all’evento? E’ aumentato il livello di informazione tra le persone?
“Sì abbiamo avuto diverse dimostrazioni dell’utilità dei nostri sforzi umani ed economici. Penso in particolare a due casi successi negli ultimi anni: quello di una maestra che è riuscita a salvare un alunno a Casalnuovo di Napoli e quello di un vigile urbano a Palermo che ha salvato una persona in arresto cardiaco. Una popolazione però può dirsi ‘coperta’ se almeno il suo 20% è in grado di effettuare le manovre salvavita”.
In Italia l’abbiamo raggiunta questa percentuale?
“No, per questo il nostro impegno deve continuare su questa strada. Non ci siamo fermati in questi anni e non ci fermeremo nei prossimi. Quante più persone sono informate sulle manovre tanto più aumenta la possibilità di trovare un soccorso e di salvarsi”.