La testimonianza da Latina, Centro commerciale Latinafiori
“La giornata è andata benissimo!
Eravamo stanchi ma felici ed entusiasti”
SQUADRA SIMEUP
Alessia Testa,
Alberico Parente
Thaira Albarello
Francesca Brignola
Giulia Brandino
Carolina Bortignon
Com’é andata la giornata? Quante persone sono state coinvolte? Di quale fascia di età?
“Benissimo! Eravamo stanchi, ma felici ed entusiasti. Abbiamo coinvolto circa 200 persone: bambini, mamme, papà, zii, nonni, operatori sanitari, educatori, personale scolastico e tanti curiosi. Insomma, età per tutti i gusti!”.
Quest’anno, per la prima volta, avete insegnato il massaggio cardiaco oltre alla manovra di Heimlich. Come vi siete trovati? Le persone erano interessate?
“Erano piuttosto impaurite, ma l’interesse e la curiosità sono stati più forti”.
Quali sono le difficoltà maggiori che si incontrano nel fare le manovre? E quali gli errori da evitare?
“Oltre alle abilità pratiche che si acquisiscono con l’esercizio, la maggiore difficoltà è far capire a chi si avvicina la prima volta l’importanza di non eseguire le manovre nei bambini che tossiscono. Sicuramente non bisogna mai dare niente per scontato: concetti per noi ovvi, non sempre lo sono per chi ci sta di fronte”.
Basta un solo giorno per imparare le manovre? Le persone si sentono poi pronte a intervenire?
“All’intervento non ci si sente mai pronti, ma è proprio questo che spinge le persone ad avvicinarsi e a provare le manovre. Sicuramente in un giorno si forniscono dei concetti base che, affiancati agli opuscoli, aiutano a essere più preparati a gestire un eventuale soffocamento”.
Rispetto agli anni scorsi, avete notato una maggiore consapevolezza e conoscenza dell’argomento tra i partecipanti?
“Assolutamente sì! L’affluenza è stata sicuramente maggiore e molte persone sono venute direttamente per provare le manovre sapendo già di cosa si trattasse”.
Raccontateci un episodio particolare accaduto durante la giornata
“Abbiamo fermato una giovane mamma chiedendo se fosse interessata a imparare le manovre di disostruzione. Ci ha risposto che ha sempre avuto paura e che non se la sentiva. In braccio aveva una splendida bimba. Le abbiamo risposto che eravamo lì per provare ad alleggerirlo quel timore e che saremmo stati a disposizione fino a tardo pomeriggio. Ci siamo salutati, e mentre davamo un’occhiata alla bambina, abbiamo capito che sarebbe tornata. E infatti dopo neppure mezz’ora provavamo insieme le manovre!”.