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Società Italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza Pediatrica

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Società Italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza Pediatrica

TweetSimeup, agosto 2014 | A cura degli Specializzandi della Clinica Pediatrica di Udine. Coordinamento: Eva Passone

Agosto 4, 2014 by adminspml

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Ossigenoterapia a domicilio per la bronchiolite. Si può fare: Uno studio retrospettivo a Denver su 294 lattanti trattati con ossigenoterapia a domicilio per 4-9 giorni (mediana 6 giorni) ha mostrato un’ottima percentuale di successi, con solo il 9,4% di ricoveri. Si tratta però di una popolazione particolare, con residenza in alta quota e quindi elevata percentuale di bambini con bronchiolite ipossici. Selezionati lattanti con bronchiolite non grave e SatO2 > 90% con < 0,5 L/min di O2

Pediatrics 2014; 133, 769 -775

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Shock settico: subito, ma non necessariamente di corsa: Uno studio multicentrico statunitense (ProCESS) non ha mostrato nessun vantaggio in sopravvivenza con trattamento entro 6 ore e monitoraggio di pressione venosa centrale e ScvO2 attraverso CVC per guidare la somministrazione di liquidi, farmaci e trasfusioni (EGDT) rispetto a un protocollo basato su terapia standard o a trattamento usuale. La randomizzazione avveniva però entro 3 ore in media dall’arrivo e quasi sempre era già stata iniziata terapia antibiotica…. (ADULTI)

N Engl J Med 2014; 370:1683-1693

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Shock settico: attenti ai boli in aree a risorse limitate: Una metanalisi includente pazienti in età pediatrica con segni clinici di shock settico mostra che l’idratazione con boli di cristalloidi o colloidi (30-40 ml/kg/ora) in accordo alle linee guida WHO per aree a basso reddito e quindi senza supporto intensivo (Emergency Triage Assessment and Treatment, ETAT) AUMENTA la mortalità rispetto all’infusione a velocità di mantenimento (RR=2.4)

BMJ Open 2014;4:e004934 (FREE)

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Stato di male epilettico – Lorazepam e diazepam: Questo e quello per PECARN pari sono…: Studio pluricentrico su 273 pazienti in età pediatrica, nessuna differenza nell’efficacia (DZP 72,1%, LZP 72,9%) e negli effetti collaterali

JAMA. 2014;311(16):1652-1660

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L’ecografia aiuta ad identificare la sede della rachicentesi (anche in età pediatrica): Uno studio su 19 pazienti in età pediatrica conferma che l’ecografia (con sonda lineare) identifica correttamente il sito di inserzione dell’ago e quantomeno migliora la confidenza con l’esecuzione della procedura, soprattutto negli esecutori meno esperti. Un precedente studio negli adulti aveva dimostrato una maggiore percentuale di successi soprattutto nel paziente obeso.

Journal of Emergency Medicine, in press

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Trauma cervicale pediatrico – analisi di 540 casi: Ampio studio pluricentrico che mostra: 1) Più frequenti gli incidenti automobilistici nei bambini piccoli 2)Le lesioni assiali (occipite – C2) raggiungono un picco a 2-3 anni, e resta3) no le più frequenti fino a 7 anni 4)Dopo i 7 anni sono più frequenti le fratture subassiali (C3-C7) 5)In un terzo dei casi è necessario l’intervento chirurgico Frequenti deficit neurologici (20%) Decesso nel 7% dei casi (studio PECARN)

Pediatrics 2014;133, e1179-e1188 (FREE)

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Vomito? No grazie con l’ondansetron…. Ma in flebo ci si va lo stesso: Dal 2002 al 2011 l’uso dell’ondansetron è salito dallo 0,11 al 42%, con riduzione dei reingressi del 30%. Ma il numero di ricoveri non è cambiato, né la percentuale di idratazioni ev (dal 19 al 18% !). Ma l’82% di quelli reidratati ev non erano stati trattati l’ondansetron… (studio pluricentrico USA su 804.000 gastroenteriti pediatriche)

JAMA Pediatr. 2014;168(4):321-329

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Pneumotorace: c’è ma non si vede: il 4,6% di 8.020 trauma al tronco pediatrici aveva uno pneumotorace, identificato all’Rx solo nel 40% dei casi. Nel 60% rimanente, identificato alla TC (pneumotorace occulto) , il 15% ha avuto un drenaggio toracostomico. TC per tutti allora? Solo osservazione secondo gli autori: la maggior parte dei casi non ha avuto alcun bisogno di trattamento (studio PECARN).

Acad Emerg Med. 2014 Apr;21(4):440-448

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